venerdì 14 ottobre 2016

Simondo e l'Internazionale Situazionista

Il 2017 si sta avvicinando e con esso il sessantesimo anniversario della fondazione dell'Internazionale Situazionista, a Cosio d'Arroscia. A tale proposito, recuperiamo alcuni passaggi della bella intervista fatta a Piero Simondo da Federico Callegaro nel 2013, in occasione della personale del Maestro tenutasi a Torino nel 2013, curata da Marisa Vescovo.
L'intervista completa è pubblicata su futura.unito.it/blog/
Ringraziamo l'autore, Federico Callegaro, per la condivisione dei testi qui riportati.


Federico Callegaro: Cosa si proponeva di fare l’Internazionale Situazionista?
Piero Simondo: Creare situazioni, che, secondo Debord, voleva dire cambiare il mondo, e scusate se è poco. Come doveva farlo? difficile a dirsi. Il problema è: le situazioni si possono creare o, in realtà, sono loro che creano noi? La nostra stessa nascita ci situa in qualche modo e da qualche parte. Banale, ma vero /.../

FC: Cosa intendevate con potenziale rivoluzionario del tempo libero?
PS: In fondo è banale: il tempo occupato, se si lavora, è più faticoso e stancante di quello in cui non si fa niente, salvo vivere il più “disoccupativamente” possibile. In un certo senso è una rivoluzione rispetto alla solita vita lavorativa: si dorme, si mangia, ci si gratta, si amoreggia (se possibile) e via dicendo. E’ tempo libero. Che il lavoro lo facciano le macchine o altri, così stupidi da non averlo capito /.../

FC: Che relazione ebbe l’Internazionale con il 68 francese? Furono la sua popolarità e le numerose adesioni a portarlo allo scioglimento?
PS: Il ’68 francese, inteso come movimento studentesco, viene dieci anni dopo e non saprei dire che rapporto ci fu, se ce ne fu uno, con il “Situazionismo”, che, come movimento “politico” non era praticamente mai esistito. I sessantottini erano i figli di una ben pasciuta borghesia, che poteva permettersi di mantenerli agli studi /.../



I fondatori dell'Internazionale Situazionista a Cosio d'Arroscia nel 1957.
Da sinistra a destra: Pinot Gallizio, Piero Simondo, Elena Verrone, Michèle Bernstein, Guy Debord, Asger Jorn e Walter Olmo (Archivio Simondo).

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